Inchiesta su vendita Milan
Oltre a una presunta appropriazione indebita, reato di cui gia’ si era saputo, viene contestata pure l’accusa di ostacolo agli organi di vigilanza nell’inchiesta milanese che punta a verificare, a partire da un esposto della lussemburghese Blue Skye.
La vicenda relativa ad un “pegno” e, piu’ in generale, l’operazione di vendita del Milan dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale, chiusa lo scorso agosto.
Nella nuova contestazione, nel fascicolo allo stato senza indagati, l’organo di vigilanza che sarebbe stato ostacolato nelle sue funzioni e’ la Covisoc.
La Commissione di vigilanza sulle societa’ di calcio professionistiche, organo interno della Figc.
Blue Skye, ormai ex socia di minoranza del Milan, ha lamentato nell’esposto un danno da poco piu’ di “100 milioni di euro” per “perdita di garanzia sul finanziamento” e una “opacita’ nei passaggi societari” nella vendita.
A fine gennaio il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, su disposizione dei pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, ha effettuato acquisizioni di documenti in diversi uffici di professionisti che hanno curato la compravendita.
Il “pegno”, al centro dell’esposto di Blue Skye, come risulta dagli atti, era stato “concesso” dalla Rossoneri Sport nel 2017 “a garanzia del credito” che aveva nei suoi confronti Project Redblack, societa’ veicolo per l’acquisto all’epoca del Milan e di cui facevano parte Elliott e la stessa Blue Skye.
Blue Skye ha denunciato che nella successiva vendita del club a RedBird di Gerry Cardinale Project Redblack, di cui la lussemburghese faceva parte, ha rinunciato a quel pegno.
Gia’ nei mesi scorsi un portavoce di Elliott aveva precisato che “BlueSkye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori in Lussemburgo e ora a New York, che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui BlueSkye non ha diritto”.