Buffon: A Mancini bisogna soltanto dire grazie
Gianluigi Buffon e la sua vita da capodelegazione della Nazionale. Ne ha parlato nel corso di una intervista a ‘Sette’, settimanale del ‘Corriere della Sera’: “E’ un ruolo di cui sono orgoglioso. Sarei un folle a pensare di poter trasmettere qualcosa come è riuscito a Gianluca. Cerco almeno di non farlo rimpiangere troppo, senza però scimmiottarlo.
Faccio Gigi Buffon con i miei pregi e difetti, le mie profondità e superficialità”.
Sui possibili ripensamenti dopo la decisione maturata la scorsa Primavera di dire addio al calcio giocato: “No, sono veramente felice di aver smesso. Mi sto dedicando ai tanti interessi ai quali ho dovuto rinunciare per questa vita da calciatore così totalizzante”.
Poi su Roberto Mancini, ex commissario tecnico che in estate ha salutato la Nazionale diventato poi il nuovo ct dell’Arabia Saudita: “A Mancini bisogna dire grazie, ha regalato agli italiani un’emozione grandissima”.
Infine, una battuta sull’importanza del calcio nella sua vita: “Ho avuto la fortuna e la capacità di avere come priorità l’emozionare e l’emozionarmi. Restare alla Juve in serie B, a 28 anni e da campione del mondo, sembrava da folli, ma era una scelta che mi rappresentava, il riflesso di quello in cui credevo da bimbo.
I soldi invece sono sempre stati l’ultima cosa, un non tema”.