Mourinho: Senza Dybala perdiamo creatività
Nonostante il 4-0 della Roma sul Servette nella seconda giornata di Europa League, José Mourinho non nasconde un pizzico di delusione per come la sua squadra ha approcciato al match: “Abbiamo fatto un primo tempo orribile.
Non mi è piaciuto per niente. Siamo stati troppo passivi, poco movimento. Nella ripresa è cambiato atteggiamento, abbiamo avuto più aggressività e fatto più movimento anche senza palla”.
Grandi protagonisti di serata sono stati Lukaku (in gol per la 13esima gara di fila in Europa League) e Belotti, autore di una doppietta. L’attacco “pesante” è un’opzione che Mou, che ha visto la partita dalla tribuna causa squalifica, potrebbe riproporre contro squadre che si chiudono anche se qualcosa è mancato: “Quando giochiamo con loro due senza Dybala ci manca la creatività e un giocatore che fa una connessione con il centrocampo – spiega ai microfoni di Sky Sport. Però sono due presenze fisiche nell’area e possono sfruttare i cross delle ali. E’ una cosa diversa giocare senza Paulo o con Paulo”.
In casa giallorossa preoccupano le condizioni di capitan Pellegrini, entrato a inizio ripresa e uscito dopo solo 12 minuti (con gol e assist) per un problema muscolare. “Purtroppo è un giocatore di enorme potenziale ma ha questa storia clinica che quasi ciclicamente gli porta dei problemi fisici – afferma lo Special One -. Non ho ancora parlato con nessuno, ma dal suo body language mi sembra che sia qualcosa di muscolare, al flessore”.
Spazio poi ad alcune considerazioni sui centrocampisti a disposizione e una punzecchiatura a un nuovo arrivato: “Non abbiamo ancora trovato quiello che pensavo di aver trovato prima degli infortuni.
Renato Sanches non ha avuto ritmo per gli infortuni. Paredes ha sicurezza nella nostra organizzazione e cresce. Bove deve migliorare nelle decisioni negli spazi corti e lo sta facendo abbastanza bene. Cristante ora è costretto a giocare in difesa e Pellegrini non ha trovato continuità.
Aouar è quello che sta avendo più difficoltà a trovare quello che siamo noi come squadra e a cresce nella nostra direzione, perché non saremo noi ad andare nella nostra direzione”.