Pogba: No al patteggiamento, possibile ricorso al TAS
Se arrivasse la sentenza sulla base della richiesta della Procura (4 anni di squalifica), Paul Pogba potrebbe praticamente dire addio alla carriera.
Non sarebbe più un problema per la Juve, che interromperebbe il rapporto, ma resterebbero le domande sul perché di un’operazione che ha portato in due stagioni un totale di 160 minuti giocati dal francese.
Pogba farà di tutto per limitare il periodo in cui dovrà stare fermo e sta valutando varie opzioni.
Esclusa quella del patteggiamento: la Procura non lo ha proposto e la difesa non lo ha richiesto. Probabilmente perché è complicato puntare sull’assenza di dolo da parte del giocatore (il concetto, cioè, che il francese abbia assunto una sostanza che non sapeva fosse vietata).
Ipotesi poco percorribile visto che il ‘Polpo’ ha subito ammesso, con i dirigenti e lo staff medico bianconero, di aver utilizzato un prodotto che specificava chiaramente sulla confezione di essere considerato “dopante”.
L’attenuante, comunque, potrebbe essere legata alla tipologia della sostanza assunta. Non il testosterone, come sembrava all’inizio, ma il Dhea, un ormone steroideo naturale endogeno, che comunque fa parte della categoria degli anabolizzanti.
La difesa potrebbe quindi puntare sull’ipotesi che abbia potuto commettere un’ingenuità prendendo un integratore che conteneva la sostanza proibita.
Dopo la sentenza, comunque, Pogba potrebbe comunque puntare sull’appello al Tas, lasciando così alla Corte federale svizzera l’ultima decisione sulla vicenda.